La 61. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia si svolgerà ai Giardini e all’ Arsenale dal 9 maggio al 22 novembre 2026 (pre-apertura 7, 8, 9 maggio). A seguito della morte prematura della curatrice (classe 1967) lo scorso 10 maggio 2025, la Biennale di Venezia ha deciso di realizzare la prossima manifestazione secondo il progetto da lei ideato e sul quale ha lavorato fino alla sua scomparsa, al fine di preservare, valorizzare e diffondere le sue idee ed il suo lavoro che verrà portato avanti grazie al suo team curatoriale composto dalle advisor Gabe Beckhurst Feijoo, Marie Helene Pereira e Rasha Salti, l’editor-in-chief Siddhartha Mitter e l’assistente Rory Tsapayi. Non a caso il giorno 8 aprile 2025 Koyo Kouh in una lettera al Presidente Buttafuoco scriveva: «Nell’ottobre 2024 mi è stato conferito il grande onore di essere nominata curatrice della 61ª edizione della Biennale Arte. È con piacere che condivido oggi con lei e con il suo team il quadro filosofico che guiderà la mia curatela della mostra.» In Minor Keys (“In tonalità minore”) questo il titolo della prossima Mostra Internazionale della Biennale di Venezia del 2026 voluto da Koyo Kouoh, manifestazione dedicata alle tonalità minori, al sussurro, all’ascolto, alla tranquillità, alle basse frequenze, alla poesia. Sarà una Biennale simile a un jazz. «[Fai un respiro profondo]…[Espira]…[Rilassa le spalle]…[Chiudi gli occhi]», questa invocazione, tratta dal testo curatoriale di Koyo, invita a incontrare le parole che seguono nelle condizioni fisiche, meteorologiche, ambientali e karmiche in cui vi raggiungono. A rallentare il passo e a sintonizzarsi sulle frequenze delle tonalità minori. Perché, sebbene spesso siano sommerse dalla cacofonia ansiogena del caos che imperversa nel mondo, la musica continua. I canti di chi genera bellezza nonostante la tragedia, le melodie dei fuggitivi che riemergono dalle rovine, le armonie di chi ripara ferite e mondi”. Secondo Koyo : “La tonalità minore, in musica, allude tanto alla struttura di un brano quanto ai suoi effetti emotivi. È un’idea feconda, così ricca da oltrepassare rapidamente la sua definizione tecnica ed essere piena di metafore. Evoca stati d’animo, il blues, il call-and-response, la second line, il lamento, l’allegoria, il sussurro….Le tonalità minori rifiutano il fragore orchestrale e le marce militari dal passo cadenzato, e prendono vita nei toni sommessi, nelle frequenze più basse, nei mormorii, nelle consolazioni della ..[…] Le tonalità minori richiedono un ascolto che interpelli le emozioni e che, a sua volta, le sostenga…..[…..]…Le tonalità minori sono anche isole minori: mondi in mezzo agli oceani, con ecosistemi distinti e infinitamente ricchi, vite sociali articolate — nel bene e nel male — all’interno di strutture politiche ben più vaste e poste in gioco ecologiche di grande rilievo. In questo contesto, l’evocazione della tonalità e dell’isola si estende a un arcipelago di oasi: giardini, cortili, residenze, loft, piste da ballo — gli altri mondi creati dagli artisti, universi intimi e conviviali che rigenerano e sostengono anche nei momenti più bui; anzi, soprattutto nei momenti più bui.”
La 61ª edizione della Biennale Arte 2026 è basata sulla profonda fiducia negli artisti quali interpreti essenziali della condizione sociale e psichica, oltre che catalizzatori di nuove relazioni e possibilità. La composizione della mostra è costituita da pratiche artistiche che aprono portali, che stimolano il rapporto e la relazione, e che promuovono l’avanzamento del concetto e della forma attraverso reti e scuole — intese in modo libero e informale. Tutti i dettagli del progetto — inclusi l’elenco degli artisti invitati alla Mostra Internazionale, l’identità grafica, il progetto di allestimento e la lista dei Paesi partecipanti alla 61. Esposizione — saranno svelati nel corso della consueta presentazione che si terrà a Venezia, mercoledì 25 febbraio 2026. Come dichiarato in conferenza stampa dal Presidente della Biennale :«Porteremo a termine la sua mostra, come l’ha consegnata a me lo scorso mese di aprile….[…]..Il suo è un lavoro che arriva a noi ed è adesso a tutti voi offerto in una mole preparatoria che è già progetto. E quindi la Biennale fa oggi quello che da 130 anni fa: realizza, mette a terra, edifica l’idea di un autore che oggi con Koyo Kouoh nell’assenza è presente per suggerire da quell’altrove una strada, ed è una strada precisa è il futuro. In lei c’è la pratica artistica che prevale su una singola esistenza. In lei c’è la geografia disegnata da mappe nuove. Oggi realizziamo la sua mostra e la realizziamo come lei l’ha immaginata, come l’ha progettata e personalmente a me consegnata. La sua proposta è quella, appunto, di un sussurro, di un sottovoce, ed è l’esatto metodo attraverso cui la giusta luce trova spazio e si dispiega. L’arte, soprattutto l’arte visiva, lo sappiamo, va ben oltre il futuro presente. L’arte è il tempo dilatato, è il prima ed è il dopo ed è il permanere di una volontà tutta tutta di parola, tutta di segno, tutta di presenza nella vita. Il lavoro di Koyo parla e si confronta con il lavoro di curatori che sono stati e che arriveranno e che ci saranno. Ed è il tempo dei venturi. I venturi sono i fondatori di un’essenza, i venturi sono coloro i quali stanno a lungo in ascolto. I venturi, da sempre, sono quelli che apparecchiano il gioco del sapere, sono quelli che, venturi per come sono, sanno indicarci l’apertura all’immaginazione, al cercare ciò che è necessario e che rende inevitabile e così unico il fatto tra i fatti che ci riguarda, il fatto d’arte».
di Daniela Paties Montagner